giovedì 12 novembre 2015

L'omicidio di Peter Tosh

Peter Tosh era da poco tornato in Giamaica dopo un viaggio di lavoro negli Stati Uniti; quella sera, l'11 settembre del 1987, l'ex chitarrista degli Wailers che aveva da più di 10 anni intrapreso una carriera solista di successo si trovava nella sua casa al numero 5 di Plymouth Avenue nel quartiere Barbican di Kingston. Insieme a lui c'erano la moglie Marlene e tre amici, i musicisti Micheal Robinson, Santa Davis e Wilton "Doc" Brown. L'atmosfera in casa era molto allegra e distesa per via del freschissimo successo dell'ultimo album di Tosh No Nuclear War pubblicato proprio il giorno prima.

Peter e Marlene insieme ai loro amici si trovavano al primo piano della casa a guardare la televisione mentre aspettavano altri amici che sarebbero arrivati poco dopo. Intorno alle 20 un furgone Volkswagen guidato dal taxista Steve Russel che trasportava altre tre persone si fermò davanti alla casa di Tosh. I tre passeggeri scesero e bussarono alla porta.

Marlene, pensando che fossero arrivati gli altri due amici, chiese a Robinson di scendere ad aprire e Michael si trovò davanti Dennis Lobban, detto Leppo, amico di Peter a cui questi spesso elargiva soldi con grande generosità vista la difficile situazione economica di Leppo. Insieme a Dennis vi erano altri due uomini che Robinson non conosceva. I tre estrassero delle pistole e tenendo Micheal sotto tiro gli intimarono di non emettere suoni e chiesero se Peter fosse in casa e di condurli da lui. Robinson risalì le scale seguito dai i tre uomini, quando Marlene vide Leppo non si sorprese ma quando vide che i tre erano armati capì che qualcosa quella sera sarebbe andato storto.

Puntando la pistola al padrone di casa Leppo gli chiese dove tenesse i soldi e gli intimò di consegnargli della valuta americana che aveva portato dal suo recente viaggio, ma subito Marlene rispose che non ne avevano in casa. Uno degli assalitori colpì Tosh alla testa con il calcio della pistola e i tre ordinarono a tutti i presenti di sdraiarsi con la faccia a terra. Poco dopo arrivarono alla casa anche il dj Free I e la moglie Joy, gli altri due amici attesi da Tosh. Sulle prime nessuno rispose al campanello, quindi Free I sentì delle urla di una voce femminile provenienti dall'interno della casa e poco dopo un uomo che non conoscevano aprì loro la porta e li condusse all'interno, l'uomo che aveva aperto puntò la pistola a Joy e le ordinò di consegnargli la catena che portava al collo.

Tenendoli sotto tiro li portò nel salotto dove Tosh, Marlene e i loro amici erano stesi a faccia a terra; Joy ricorda i tre assalitori avevano già iniziato a picchiare duramente Peter il quale sanguinava dalla testa. I tre costrinsero anche Joy e Free I a mettersi a terra mentre continuavano a insistere con Tosh e Marlene affinché consegnassero loro i soldi che avevano in casa. Tosh disse agli assalitori di prendere ciò che volevano e uno dei tre spazientito iniziò a frugare le stanze in cerca di soldi e sotto il letto di Peter trovò il machete che il chitarrista teneva per difesa personale. L'assalitore minacciò Peter di tagliargli la testa se non avesse consegnato loro i soldi che aveva in casa e si avvicinò per minacciarlo con il machete. Marlene quindi balzò in piedi e si lanciò contro l'uomo con il machete che con poca fatica la ributtò a terra.

Capendo che Leppo e i suoi complici non se ne sarebbero andati a mani vuote e vedendo la situazione precipitare rapidamente, Tosh si offrì di donare loro dei soldi nei giorni successivi, appena avesse avuto modo di andare a prelevarli in banca. Per un attimo Leppo considerò l'offerta, ma subito dopo i tre aprirono il fuoco. Santa Davis ricorda di aver sentito odore di sangue e di aver capito che qualcuno era morto mentre i tre uomini sparavano all'impazzata su di loro: Marlene racconta che i colpi sparati furono circa 25, mentre secondo Joy furono più di 30.

Gli assalitori scapparono e sparirono tra le strade di Kingston. Marlene, che era stata colpita da due colpi alla testa, si finse morta e attese di sentire il rumore del motore dell'auto che si allontanava, quindi si alzò. Anche Joy si alzò nonostante fosse stata colpita al viso dal rimbalzo di uno dei proiettili sparati verso Marlene. Peter era stato colpito da due proiettili alla testa, sanguinava e respirava a fatica, ma era ancora vivo. Doc giaceva a terra morto. Anche Free I era ferito e respirava a fatica. Micheal era stato colpito a una spalla, ma stava complessivamente bene. Santa non era più nella stanza.

Marlene corse in strada a cercare aiuto, trovò Santa che disse di essere stato colpito alla spalla ma di stare bene. Dopo essersi accertato che gli assalitori erano scappati, l'uomo prese la sua Jeep e corse fino all'ospedale dove svenne addosso a un barelliere.

Davanti a casa Marlene si sbracciò per far fermare alcuni autoveicoli, se ne fermarono due e la donna chiese al guidatore del primo di portare Peter in ospedale. L'uomo acconsentì e Marlene e Michael salirono sullo stesso veicolo accompagnando Peter allo University Hospital dove fu dichiarato morto 20 minuto dopo l'arrivo.

Mentre Marlene correva giù dalle scale Joy si avvicinò al marito trovandolo ancora vivo. Poco dopo arrivò la polizia che li portò entrambi all'ospedale: Free I morì tre giorni dopo, mentre la donna non riportò gravi ferite. Doc Brown fu trovato morto a terra.

Temendo per la sua incolumità Leppo si consegnò al Jamaica Human Rights Council, ma non confessò mai i nomi dei suoi due complici che tutt'ora restano ignoti. Leppo fu condannato alla pena di morte, poi convertita in ergastolo. Il taxista Steve Russell raccontò di essere andato alla polizia dopo aver sentito la notizia della morte di Tosh e che gli fu detto di non fare denuncia e di lasciar perdere, in seguito fu comunque arrestato in relazione all'omicidio di Plymouth Avenue ma assolto in quanto non coinvolto.

Come ogni morte illustre anche l'omicidio di Peter Tosh ha stimolato la fantasia di chi vede complotti ovunque, in questo caso alcuni ritengono che Lobban non abbia agito in autonomia ma sia stato mandato dal governo giamaicano ad eliminare Tosh il quale con le sue canzoni anti-establishment era scomodo e pericoloso. Premesso che non è chiaro come un cantante che si limita a cantare delle canzoni possa essere considerato un sobillatore (non ci risulta che ad oggi nessuna rivoluzione sia stata guidata da cantanti), se Lobban fosse stato mandato dal governo avrebbe avuto mezzi migliori di un furgone VW guidato da un taxista. Inoltre se dietro alla morte di Tosh ci fosse un complotto governativo i cospiratori avrebbero realisticamente potuto mandare un killer meno imbranato di Lobban (che si è fatto ingannare dalla finta morte di Marlene) e avrebbero dato ordine di sparare subito e di uccidere tutti per non lasciare testimoni scomodi; nella realtà i tre assalitori non si sono nemmeno sincerati che lo stesso Tosh fosse morto prima di scappare, infatti il chitarrista era ancora vivo al momento della loro fuga.

L'unica motivazione addotta da chi crede al complotto è che nulla è stato rubato dalla villa, ma esiste una spiegazione molto più ovvia: Lobban e i suoi complici cercavano valuta americana (forse per scappare negli USA) e Tosh in casa non ne aveva. In ultimo, è ovvio che l'attività di un cantante di successo come Tosh abbia ripercussioni positive sull'economia della sua nazione, quindi pensare che il governo decida di eliminarlo è davvero una follia.

Le fonti che abbiamo utilizzato per la nostra ricerca sono i documentari Behind the Music: Peter Tosh e Stepping Razor: RedX, gli articoli di giornale The Night Peter Tosh Was Killed del Jamaica Observer e Gunmen Kill Peter Tosh, Reggae Star, in Jamaica del New York Times, il libro Steppin' Razor: The Life of Peter Tosh di John Masouri, un servizio della televisione Giamaicana e il breve documentario sulla morte del cantante del Jamaica Broadcast Corporation e la lunga intervista rilasciata da Marlene nel 2012.

giovedì 5 novembre 2015

Def Leppard - Def Leppard

Il 2015 ha visto il ritorno sulle scene degli inglesi Def Leppard a 7 anni di distanza dal loro precedente album intitolato Songs from the Sparkle Lounge. Joe Elliot aveva annunciato il titolo del nuovo lavoro lo scorso settembre in un'intervista a Rolling Stone e da subito la scelta di realizzare un album eponimo a trentacinque anni dall'esordio non apparve casuale ma piuttosto suonò come una chiara dichiarazione di voler tornare alle sonorità del passato, e se questo indizio non bastasse è stato il primo singolo pubblicato proprio in quell'occasione a chiarire quale strada il gruppo stava prendendo; il brano Let's Go è infatti un morbido e coinvolgente midtempo caratterizzato da un bel coro sul ritornello che sembra proprio preso dalla tradizione musicale della band. Un mese dopo e due settimane prima dell'uscita dell'album il gruppo ha pubblicato anche il secondo singolo intitolato Dangerous (titolo già usato in passato da innumerevoli artisti da Michael Jackson ai Roxette, a Busta Rhymes fino a David Guetta), un brano veloce e trascinante che di nuovo sembra riportare ai fasti di Adrenalize.

L'album intero è uscito il 30 ottobre si capisce già dal primo ascolto che si tratta di un capolavoro di assoluto valore con una buona combinazione di ballad, midtempo e pezzi veloci tutti di grande qualità a comporre un disco che non conosce un attimo di noia. Tutti i brani sono caratterizzati dal potente suono delle chitarre che uniscono energia e melodia come nessun altro gruppo al mondo sa fare, dalla voce inconfondibile di Joe Elliot che è ancora fresca e frizzante come agli esordi e dai cori presenti praticamente in tutti i brani come nella migliore tradizione del gruppo.

Ovviamente i pezzi migliori della band di Sheffield restano sempre quelli più energici che subito sprigionano carica ed entusiasmo, oltre alla già citata Dangerous spiccano Sea of Love, Broke 'N' Brokenhearted e Wings of an Angel. Tra gli altri si fanno notare anche Man Enough con il suo incedere groove e le bellissime ballad We Belong, Energize e Last Dance che riportano alla memoria le atmosfere dei migliori lenti dei Def Leppard come When Love and Hate Collide.

Ma la verità è che è veramente arduo trovare brani migliori di altri in questo stupendo album perché tutte le tracce sono bellissime e tutte meriterebbero di essere pubblicate in singolo e questa è una caratteristica che contraddistingue gli album dei Def Leppard fin dal loro esordio. Del resto che il gruppo non perda un colpo si capisce anche dalle performance live, basta vedere i video delle esibizioni degli ultimi anni per notare che mentre altri gruppi devono abbassare i loro brani di qualche tono la voce di Joe Elliot migliora con l'età anziché peggiorare così come le qualità tecniche dei musicisti rasentano la perfezione e la qualità delle esibizioni dal vivo dei Def Leppard sembra sempre più la stessa delle incisioni in studio.

I fan del "leopardo sordo" possono gioire perché questo album è davvero grandioso, lo stesso possono fare i fan del rock e della musica in generale, perché quando i grandi artisti tornano a registrare in studio producono sempre gemme di grande valore a dispetto dell'età e dei decenni di carriera.

giovedì 29 ottobre 2015

Pokolgép - Pokoli Színjáték

Gli ungheresi Pokolgép sono, insieme ad altri quali gli Ossian e gli Omen (da non confondersi con l'omonima band americana), tra i gruppi storici del metal ungherese e nella loro trentennale carriera hanno sfornato ottimi dischi che hanno contribuito a rendere la loro nazione uno dei principali produttori del genere.

Dopo un buon primo album nel 1986 intitolato Totális Metál la band è tornata ad un solo anno di distanza con il loro secondo lavoro intitolato Pokoli Színjáték che riesce nella difficile impresa di superare il primo quanto a qualità della musica. La band si cimenta bene in diversi stili musicali e il disco è di grande impatto non solo per l'energia trasmessa dalla musica in sé ma anche per la varietà dei suoni: i Pokolgép passano dallo speed metal, come nei brani Tökfej e Vallomás, all'heavy metal di stampo più classico, come nell'energica Tisztítótűz, fino alle potenti atmosfere hard rock tipiche della fine degli anni 80 con i brani Halálra Szeretlek e la title track che costituiscono i pezzi migliori dell'intero album. Nel disco è presente anche una ballad piuttosto tradizionale intitolata Ítélet Helyett.

Ciò che contraddistingue la musica dei Pokolgép è il forte suono delle chitarre che sanno coniugare bene energia e melodia spesso valorizzata da potenti assoli; altro punto di forza della band è la voce del cantante József Kalapács dotata di una notevole estensione che lo porta ad esprimersi benissimo anche negli acuti in cui si lancia. Inoltre i ritornelli sono molto trascinanti e, come nel caso di Tisztítótűz o Pokoli Színjáték, arricchiti dal canto corale del resto del gruppo che si somma alla voce del cantante.

La lunga carriera dei Pokolgép è stata particolarmente turbolenta con numerosi cambi di formazione che hanno lasciato il chitarrista Gábor Kukovecz come unico membro fisso della band dalle sue origini. Ma l'avvicendarsi di musicisti e di cantanti di alto livello e con caratteristiche diverse ha consentito al gruppo di produrre ben 13 album in studio tutti caratterizzati da buona varietà di suoni offrendo sempre dell'ottimo metal ai propri ascoltatori.

giovedì 22 ottobre 2015

Aesma Daeva - Dawn of the New Athens

Nonostante il symphonic metal sia di norma un genere musicale radicato e sviluppato in Europa, principalmente tra Paesi Bassi, Germania e Finlandia, anche gli Stati Uniti ne hanno prodotto ottime band come gli Alas o i gli Echoterra. La migliore espressione del variegato mondo del symphonic metal statunitense sono forse gli Aesma Daeva, band che propone un suono basato sul doom metal arricchito dalla voce lirica delle bravissime cantanti che si sono susseguite alla guida del gruppo.

Il loro album Dawn of the New Athens del 2007 è il primo registrato con l'attuale vocalist Lori Lewis che ha sostituito Melissa Ferlaak e offre una musica cupa, lenta e ricca di riff a cui si somma la voce cristallina di Lori. I brani sono in realtà tutti piuttosto simili, anche se sicuramente spicca la bellissima versione metal di D'Oreste D'Ajace dall'opera Idomeneo di Mozart cantata con il testo in italiano e ovviamente accelerata rispetto all'originale; anche in questo caso un po' atipico Lori dimostra di essere perfettamente all'altezza della prova, non che ne avesse bisogno vista la sua formazione classica.

L'unico pezzo del disco che avrebbe potuto essere evitato è Since the Machine in cui la cantante è affiancata da una voce maschile a imitazione dello stile di gruppi come gli Epica o gli After Forever. Fortunatamente gli Aesma Daeva evitano di rovinare la loro musica con grunt e growl ma il brano è comunque completamente inutile e francamente brutto. A parte questo piccolo momento di noia il resto del disco è molto valido, la band dimostra di essere conscia del fatto che la propria musica si deve reggere sulle doti vocali della cantante e tutto sembra proprio fatto apposta per valorizzarle.

Di sicuro gli Aesma Daeva non saranno ricordati tra i migliori esponenti del symphonic metal, anche perché la loro musica pur gradevole non presenta grandi varietà e rimane piuttosto uguale a sé stessa. Ma la loro commistione di doom e lirica è comunque interessante e questa band d'oltreoceano merita sicuramente di essere ascoltata.

giovedì 15 ottobre 2015

ilNero - E=MC2 - Essenza di Macchina Cuore Cervello

Ci sono artisti che per un motivo o per un altro non arrivano alla notorietà e alla fama che meriterebbero. Magari per scelte personali diverse o perché non hanno mai trovato modo di esprimere al meglio la propria creatività. E' questo il caso di uno dei migliori vocalist al mondo che ha goduto solo di pochi anni di notorietà ad inizio millennio quando ha raccolto una pesante eredità alla guida del più grande gruppo rock della storia d'Italia (e non solo). Ma fortunatamente il 2015 vede il ritorno sulla scena musicale di Gianluigi Cavallo detto Cabo, ex frontman dei Litfiba dal 2000 al 2006, con il suo nuovo gruppo chiamato ilNero.

Cabo esordì musicalmente nel 1994 con la pubblicazione di due singoli dance intitolati Brooklyn (pubblicato a nome DJ Cavallo) e A Say Baby (a nome Indyana) ma è l'anno seguente che arrivò la vera svolta con la realizzazione di un demotape di stampo chiaramente hard rock intitolato Il Patto composto da 12 pezzi.

Alla fine del 1999 Cavallo venne scelto da Ghigo Renzulli per sostituire Piero Pelù come voce dei Litfiba dopo l'uscita di quest'ultimo dal gruppo. Il primo album realizzato con Cabo alla voce fu Elettromacumba del 2000 e nonostante fosse più che decoroso mostrò che l'accordo musicale tra i due funzionava solo in parte. Le ballad e i brani midtempo come Il Pazzo che Ride, Il Giardino di Follia e Dall'Alba al Tramonto sono infatti molto belli e di grande effetto e soprattutto allargano l'offerta musicale dei Litfiba che fino ad allora di brani lenti ne avevano fatti proprio pochi. Ma sui brani veloci l'intesa tra i due non sembrava funzionare a dovere; basta confrontare le versioni di Il Patto e Piegami di Elettromacomba con quelli del demo di Cabo per rendersi conto che l'aggressività, l'energia e il suono graffiante degli originali sono completamente persi per adagiarsi su sonorità piatte e di maniera. In particolare l'inizio de Il Patto preso di peso da Regina di Cuori e da Prendi in Mano i Tuoi Anni semplicemente uccide il deflagrante brano scritto anni prima da Cabo. Ciò nonostante Cavallo dimostrò da subito di avere grande personalità e di imporre il proprio stile senza tentare minimamente di imitare Pelù (e chi dice il contrario non ha mai sentito né l'uno né l'altro): un paragone tra i due è del tutto impossibile perché hanno stili canori e musicali completamente diversi. Due grandissimi cantanti con ben poco in comune.

Con Cabo i Litfiba realizzarono altri due album in studio Insidia e Essere o Sembrare che confermarono quanto già mostrato con il primo: ottime ballad come Oceano e Giorni di Vento, mentre i pezzi veloci sono sempre troppo anemici, con l'esclusione dell'eccezionale Luce che Trema. Alla fine del 2006 Cavallo annunciò la propria uscita dai Litfiba per idee musicali incompatibili tra lui e Renzulli e per dedicarsi alla propria attività imprenditoriale come CEO di un'azienda informatica chiamata Virtualcom da lui stesso fondata. Dopo sette anni di silenzio Cabo tornò nel gennaio del 2014 con una cover di Heroes di David Bowie nettamente diversa dall'originale e anche da tutte le reinterpretazioni successive, forse un po' si avvicina alla versione dei Wallflowers del 1998 ma è comunque personalizzata in un lungo crescendo di energia. Bastarono quei sei minuti a dimostrare che Cabo aveva ancora molte frecce al proprio arco e a spingere i fan ad attendersi un ritorno in grande stile.

All'inizio del 2015 Cavallo annunciò la nascita del suo nuovo gruppo chiamato ilNero in cui milita anche il figlio Sebastiano in veste di chitarrista; il logo della band è un bellissimo ambigramma che reca la scritta ILNERO se lo si legge come si presenta e CABO se lo si ruota di 180 gradi. Dopo il primo concerto tenutosi il 30 gennaio del 2015 la band annunciò che il primo album era in fase di realizzazione e a maggio fu pubblicato il primo singolo intitolato Soli ed Unici, un vibrante midtempo dal testo poetico che richiama alla memoria i migliori pezzi della militanza di Cabo nei Litfiba.

A settembre, poche settimane prima dell'uscita dell'album è stato pubblicato anche il brano Cuore, che si apre con un'insolita introduzione al pianoforte raggiunto poi dagli altri strumenti e dall'inconfondibile voce del cantante. L'album intero, intitolato E=MC2 - Essenza di Macchina Cuore Cervello, è stato pubblicato ad ottobre del 2015 ed è composto di 11 tracce di puro rock immediato e tagliente, ricco di riff di chitarra e dalle atmosfere prevalentemente cupe ed energiche in cui la voce di Cabo si esprime al meglio della propria potenza e profondità. Tra gli 11 brani ce ne sono 9 nuovi (tra cui Cuore) scritti appositamente, oltre a una cover e la già citata Soli ed Unici che risale al demotape del 95. Nel disco si trovano pezzi veloci di grande impatto come Dolce Vita e Splendido Girone che a nostro giudizio sono i migliori dell'intero album e alcuni che partono lenti e sommessi per poi esplodere nel ritornello, tra questi si distingue Oltre per le sonorità blues che ne caratterizzano l'inizio. Tra i brani di spicco troviamo anche la bellissima ballad Reality Show, l'atipica title track che vira verso il trip hop e la leggera A Pezzi che dopo un avvio tendente al jazz prende con decisione la strada del soft rock. Come anticipato, nel disco troviamo anche la cover di Personal Jesus dei Depeche Mode anch'essa proposta in una versione differente dall'originale e da tutte le interpretazioni successive, il brano qui suona molto cupo e aggressivo e ricorda forse la versione di Marilyn Manson, ma il paragone non deve ingannare perché il risultato è senza alcun dubbio migliore visto che, banalmente, Cabo è una grande cantante decisamente superiore al ridicolo Marilyn Manson.

Il rock italiano odierno naviga in brutte, anzi pessime, acque. Ad esclusione dei Litfiba (che purtroppo non producono nulla di nuovo dal lontano 2012) non esiste nulla. Se il meglio che il nostro paese sa produrre sono i Negrita e se consideriamo rock i quattro accordi di Ligabue è perché il livello è veramente infimo. Fortunatamente ilNero, a dispetto del suo nome, getta un po' di luce in questa tenebra; per rialzare il livello della produzione musicale del nostro paese avevamo proprio bisogno che un signore che di lavoro fa il CEO di una multinazionale togliesse giacca e cravatta e si mettesse a fare del sano rock sanguigno in jeans e maglietta con i teschi.

Bentornato, Cabo! E non farci aspettare altri sette anni prima di farti risentire.

giovedì 8 ottobre 2015

Maná - Falta Amor

In Italia i Maná sono famosi per Corazon Espinado (in cui facevano da ospiti ai Santana nell'album Supernatural che rappresenta il momento peggiore della loro pur gloriosa carriera) e per un discutibile duetto con il nostrano Zucchero intitolato Eres Mi Religión (di cui fortunatamente esiste anche la versione del gruppo senza il contributo negativo del nostro compatriota) tratto dal loro album Revolución de Amor. Ma nonostante queste uscite di dubbio gusto il gruppo messicano ha alle spalle una florida carriera in cui ha prodotto ottima musica dimostrando di saper mescolare benissimo il rock con i suoni tipici della loro terra e delle zone circostanti.

E' un ottimo esempio di questo il loro secondo album (quarto, se si contano anche i due incisi quando il gruppo si chiamava Sombrero Verde) del 1990 intitolato Falta Amor. L'album parte alla grande con il brano Gitana che chiarisce subito quale sarà il suono distintivo dell'intero disco con morbide musiche rock e forti innesti di sonorità latinoamericane caratterizzate da percussioni e chitarre acustiche. Il pezzo migliore di tutto il disco è Rayando el Sol resa particolarmente accattivante dal controcanto corale nel ritornello. Ottima è anche la traccia intitolata Buscándola è caratterizzata da un'atmosfera molto allegra e tipicamente caraibica che mischia questa volta il rock con il calypso.

La title track è forse il pezzo più tradizionale con chitarre rock che danno un suono più occidentale rispetto agli altri brani e per questo risulta anche il brano più banale del disco. Ma i Maná non si fanno mancare nemmeno le influenze reggae con le allegre e trascinanti Estoy Agotado e Perdido en un Barco. Tra i brani degni di nota troviamo anche la ballad La Puerta Azul, piuttosto tradizionale ma comunque suggestiva per via della chitarra acustica e del coro sul ritornello.

Tutto il disco è decisamente godibile e allegro ma nonostante ciò Falta Amor è uno degli album di minor successo della band che raggiunse la notorietà in patria e all'estero solo con i successivi ¿Dónde Jugarán Los Niños? e Sueños Líquidos. Come abbiamo detto in apertura, alcune derive troppo commerciali a cavallo di inizio millennio hanno causato ai Maná qualche inciampo, ma questo non deve ingannare. Dall'album Drama Y Luz del 2011 infatti la band ha ripreso la strada della buona musica arricchendo il proprio suono con nuove sperimentazioni canore e di mescolanza musicale riportandosi così ai livelli che le competono.

giovedì 1 ottobre 2015

Crack Kills: il brano mai realizzato di Michael Jackson con i Run DMC

Durante le sessioni di registrazione di Bad Michael Jackson ebbe l'intuizione che avrebbe potuto incidere un brano insieme ai Run DMC i quali erano reduci dal successo planetario dell'album Raising Hell trainato dal singolo Walk This Way realizzato insieme agli Aerosmith. Fu proprio il successo del crossover messo a segno con la band di Steven Tyler a convincere a Michael a tentare anche lui una collaborazione con il gruppo del Queens.

Il brano scritto da Jackson si intitolava Crack Kills, ma il primo incontro tra il re del pop e i tre rapper andò talmente male che il pezzo non fu mai realizzato. Nel 2009 DMC raccontò in un'intervista a www.HipHopStan.com il motivo per cui la collaborazione si interruppe così presto. Il trio, accompagnato da DJ Hurricane, si recò nello studio di Jackson su Santa Monica Boulevard nell'omonima città della contea di Los Angeles dove avrebbe dovuto incontrare Michael alle sei del pomeriggio, ma questi arrivò solo con due ore di ritardo insieme alla sua assistente e al cuoco che avrebbe preparato la cena per lo staff di Jackson e per i suoi ospiti. Michael inoltre teneva in braccio il suo chimpanzee Bubbles e questo sorprese non poco i Run DMC e Hurricane.

DMC ricorda che Michael iniziò a parlare di quanto gli piacessero la musica e gli spettacoli dei Run DMC e del fatto che volesse incidere un brano con loro per il suo nuovo album sull'esempio di Walk This Way ma più simile ai suoni caratteristici dei trio alternandosi alla voce con Run e DMC come i due rapper facevano abitualmente; Michael sembrò avere le idee molto chiare su quanto voleva realizzare. Mentre parlava la sua attenzione fu catturata dalle catene che i tre portavano al collo e chiese a Jam Master Jay se poteva provare quella indossata dal DJ. Jay acconsentì e Michael passò la scimmia all'assistente per potersi mettere al collo la catena. Poco dopo fece per restituire la catena a Jay ma proprio in quell'istante la scimmia si sporse dalle braccia dell'assistente come se volesse andare in braccio a Jay il quale si spaventò e scattò all'indietro urlando.

Questo fece trasalire Jackson che riprese la scimmia urlando a sua volta e preoccupandosi che Bubbles si fosse spaventato per la reazione di Jay, DMC racconta l'accaduto vividamente imitando l'urlo stridulo del cantante. L'atmosfera tra Michael e Jay si fece tesa mentre DMC e Hurricane trattennero a stento le risate per la reazione isterica di Jackson. Durante la cena, che DMC ricorda era composta da pesca spada, broccoli, asparagi e riso integrale, Jay tentò di stemperare la tensione parlando con Michael e commentando quanto la cena fosse buona, ma l'umore di Jacko era ormai compromesso e rispose solo con cenni della testa.

Nonostante il fallimento totale dell'operazione Jackson mantenne i ringraziamenti ai Run DMC sul libretto di Bad e questi sono presenti non sono nell'edizione originale ma anche nella versione rimasterizzata del 2001 e in quella intitolata Bad 25 uscita nel 2012 in occasione del venticinquesimo anniversario. Le intenzioni di Jackson comunque erano senza dubbio serie, tant'è che aveva scritto il testo del brano e la copia manoscritta originale fu venduta su Ebay nel 2005 (come riportato anche sul forum di MichaelJacksonFanSquare) e poi di nuovo nel 2006.

In rete si legge spesso che le strofe dei Run DMC di Crack Kills furono incise in versione demo e pubblicate nell'edizione deluxe di Tougher Than Leather uscita nel 2005. In realtà le cose non stanno così, infatti la nota sul libretto del CD chiarisce che nonostante sulla bobina del demo in questione ci fosse scritto Crack (for Michael Jackson) (e questo può aver contribuito a creare l'equivoco) Run ha smentito che il brano fosse stato scritto per essere cantato con Michael Jackson, al contrario era ispirato ai Force MD's e a come il loro vocalist Jesse D lo avrebbe cantato in modo simile a Jackson. Del resto la demo in questione si intitola Crack (e non Crack Kills), ha un testo diverso e soprattutto è stato scritto da Run e da DMC e non da Michael Jackson.

E' un vero peccato che questa collaborazione tra due colossi dell'industria musicale non si sia concretizzata. I Run DMC hanno all'attivo molte collaborazioni con altri artisti (prima ancora degli Aerosmith ospitarono il chitarrista Eddie Martinez nel loro primo ed eponimo LP e il loro ultimo album Crown Royal è ricchissimo di collaborazioni) e nell'album HIStory anche Jackson ha collaborato con dei rapper come Notorious B.I.G. (nel brano This Time Around) e Shaquille O'Neal (in 2 Bad che curiosamente contiene un campione di King of Rock dei Run DMC) e siamo sicuri che anche Crack Kills sarebbe stato un brano vincente se fosse mai stato inciso.