sabato 4 novembre 2017

Robert Plant - Carry Fire

Il leggendario ex cantante dei Led Zeppelin Robert Plant ha da poco pubblicato il suo nuovo album registrato in studio intitolato Carry Fire. Il disco è l'undicesimo della sua carriera solista e il secondo con i Sensational Space Shifters che lo accompagnano dal 2012. Il disco è composto da 11 tracce che già dal primo ascolto sorprendono per la ricchezza dei suoni e per la quantità di strumenti utilizzati, tra cui molti che l'ex leader dei Led Zeppelin ha più volte utilizzato in passato ma che non si trovano di norma nelle composizioni rock, tra cui chitarra resofonica, djembe, viola, violoncello e tamburelli. La larga maggioranza dei pezzi è lenta e melodica e dalle atmosfere oniriche, grazie alla voce di Plant che troviamo qui particolarmente ispirata.

Il disco si apre con il midtempo The May Queen che per via delle sue sonorità mediorientali ricorda molto alcune incisioni passate di Robert Plant come l'album Walking Into Clarksdale registrato nel 1998 con Jimmy Page. Il disco prosegue con un altro midtempo intitolato New World... che resta sulle melodie del brano precedente ma con sonorità più classiche. Con la quarta traccia Season's Song troviamo la prima ballad del disco e restiamo su ritmi lenti anche con la successiva Dance With You Tonight in cui l'unione della voce di Plant con il suono delle percussioni e degli archi crea un'atmosfera sognante mentre Plant canta il suo amore per la donna amata con la consapevolezza del tempo che scorre.

Con il brano Carving up the World Again... A Wall and Not a Fence troviamo la prima leggera accelerata dell'album per un pezzo sorretto dalle percussioni il cui suono ossessivo si unisce a quello delle chitarre a creare sonorità da southern rock. Nel disco è presente un solo brano veloce intitolato Bones Of Saints che costituisce il primo e unico vero rock and roll dell'album in cui anche il canto di Plant si fa più deciso. I ritmi mediorientali del pezzo di apertura si trovano anche nella title track, in cui la chitarra aggiunge un tocco di blues, attingendo così anche dalle origini musicali dei Led Zeppelin, mentre il canto di Plant tende a imitare lo stile canoro arabeggiante dando vita a un contrasto di grande effetto che crea il brano più affascinante dell'intero disco. La sperimentazione di questo album sconfina anche nel trip hop con il brano Kip It Hid dalle sonorità fortemente elettroniche e dai ritmi ovviamente piuttosto lenti, come impone il genere stesso.

Nell'album troviamo anche due pezzi più lenti e meditativi, Heaven Sent e A Way With Words, entrambi molto raccolti e nei quali la strumentazione è ridotta al minimo, contrariamente al resto del disco in cui invece è molto ricca. Completa l'album la cover di Bluebirds Over The Mountain di Ersel Hickey che trasforma un classico del rockabilly in un pezzo alternative rock nello stile degli anni 90 in cui Plant duetta con Chrissie Hynde. Anche in questo pezzo Plant non rinuncia a qualche influenza mediorientale, soprattutto nel finale grazie alla massiccia presenza degli archi che accompagnano i due vocalist.

Alla soglia dei 70 anni Robert Plant ci regala un album ricco di sperimentazioni sonore che creano atmosfere e suggestioni diverse. Non serve neanche specificare che questo album è caratterizzato da sonorità stupende che solo i grandi musicisti sanno creare, perché Robert Plant appartiene all'empireo della musica ed è più che ovvio che tutto ciò che tocca diventa un capolavoro di livelli eccelsi.

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