martedì 28 marzo 2017

Intervista a Chris Weaver

L'originale in inglese è disponibile qui.

Chris Weaver, cantante della band che porta il suo nome, è un cantante rock del Tennessee che ha iniziato la sua carriera nel 2010 con il primo album Standing In Line, il secondo album American Dreamer è seguito tre anni dopo. Recentemente Chris Weaver ha avviato un progetto con il musicista brasiliano Sorocaba e grazie alla sua esperienza sudamericana ha pubblicato recentemente il disco dal vivo Live in Brazil. Chris ha accettato la nostra proposta per un intervista per parlare di questo e di altri argomenti legati alla sua musica.

Ringraziamo Chris Weaver per la sua cortesia e disponibilità.


125esima Strada: Ciao Chris, anzitutto grazie del tempo che ci stai dedicando. Parliamo della tua musica. Come ti è venuta l’idea di mischiare southern rock, soul e country blues?

Chris Weaver: E’ stato tutto a causa di una scatola di dischi. La cosa bella di essere cresciuto nel primi anni 80 è che curiosando nella casa dei tuoi genitori trovavi dei dischi in mezzo alle cassette. Il mio primo disco fu un vecchio disco di Fats Domino, credo che fosse I'm Going to Be a Wheel Someday. Da lì seguirono Dueling Banjos fino a Steely Dan, Bob Seger e Sam & Dave solo per nominarne alcuni. Direi che quello è stato l’inizio dell’inizio di ciò che sono oggi.


125esima Strada: Il tuo nuovo disco mischia southern rock e musica brasiliana, come ti è venuta l'idea di fare questo?

Chris Weaver: Beh, non è stata un'idea mia ma di Sorocaba, che è la persona del Brasile con cui lavoriamo. Era in vacanza a Nashville due anni fa e ha visto la mia band che si esibiva e ha deciso di portarmi in Brasile a vedere cosa stava facendo e a parlare di ciò che avevamo in mente noi e partì tutto da lì. Rimanemmo lì per due settimane e in quel periodo sono andato ai sui concerti che ovviamente sono molto seguiti e ci va molta gente e lui mi chiedeva di salire sul palco a cantare un paio dei miei pezzi e andò così bene che decidemmo di avviare un progetto insieme.


125esima Strada: Alcune parti delle canzoni sono cantante in portoghese che è una lingua molto diversa dall'inglese. Come consideri il portoghese come lingua per cantare?

Chris Weaver: Il portoghese è una lingua molto difficile da imparare. Sono stato in Brasile a febbraio del 2016 e ho lavorato con un bravissimo autore di canzoni sudamericane e brasiliane, abbiamo preso alcune delle canzoni più famose di Sorocaba e provammo a tradurle in inglese ma finimmo per avere il problema che le parole non si traducono allo stesso modo. Quindi alla fine prendemmo l'idea delle canzoni e traducemmo l'idea della canzone in inglese. Sorocaba ha anche tradotto alcune delle mie canzoni in portoghese, quindi avevamo inglese tradotto in portoghese e portoghese tradotto in inglese.

Nel complesso ho ancora difficoltà nell'imparare le canzoni in portoghese, le ascolto molte volte e provo a capire come scorrono le parole. Perché devo imparare le parole e ciò che dicono, non è come imparare Feliz Navidad o La Bamba in cui impari le parole e non sai cosa dici. Provo a imparare le parole e cosa sto dicendo al contempo. Ma il portoghese come lingua è davvero difficile.

Spero di riuscire a creare un seguito in Brasile con la nostra musica e anche con la loro musica qui negli USA. Il nostro scopo è di portare questo qui in America e poi in Europa e in ogni altro posto. Sorocaba e Fernando erano qui l'anno scorso e abbiamo suonato su un palco in centro, dove Sorocaba mi ha visto suonare la prima volta, hanno fatto un loro pezzo che si intitola Madrid, nessuna sapeva cosa stessero dicendo ma la canzone era così bella che non serviva conoscere le parole perché la musica trascende. Stiamo cercando di farlo succedere per lui qui e per me là.


125esima Strada: Cosa pensi della musica latinoamericana in generale? Pensi che posso essere mischiata al rock e resa popolare anche nelle nazioni occidentali?

Chris Weaver: Sì, fino a un certo punto. Il Messico ha un po' più di spinta insieme al Brazile. Sorocaba ha avuto un paio di successi che sono stati tradotti in spagnolo in Messico. Ma in Argentina, Perù o Colombia nessuno sa chi sia Sorocaba. Sorocaba e il Brasile in genere si stanno radicando nel rock, pop e country americani e stanno cercando di cambiare la propria musica verso quel suono. Questo è il motivo per cui Sorocaba vuole davvero iniziare a lavorare con artisti che parlano inglese. Stanno scrivendo pezzi che strumentalmente possono essere ben accettati qui se cantanti in inglese. Quindi il motivo per cui vuole lavorare con me è che vuole avere un'influenza in ciò che sto facendo e creare un'integrazione con gli USA o l'Europa e promuovere la sua musica lì.

Quindi, venendo alla tua domanda, sì penso che sia possibile; penso che venga già fatto e credo che ci siano altri artisti latini che in futuro proveranno a fare lo stesso.


125esima Strada: Ti consideri southern rock?

Chris Weaver: Beh, il mio suono è southern rock, americana e country. Il problema riguardo a ciò è che non c'è un più vero genere per gente come me tranne le periferie del country o dell'americana. Alla fine l'americana è una nicchia di mercato molto piccola ed è difficile guadagnarsi da vivere in questo mercato. Non ci sono molto posti per suonare, quando dici americana la gente pensa al folk o addirittura al bluegrass, ma l'americana sta recuperando il proprio suono di southern rock. Ma anche il country rock è molto southern rock. Il country oggi si nasconde dietro a sette stili di musica. I cantanti country possono fare qualunque cosa vogliano, possono urlare le parole come Yoko Ono e definirsi ancora country se vogliono. E' per questo che vedi molti cantanti rock o pop provare a entrare nel mercato country: puoi fare qualunque cosa vuoi e qualcuno lo comprerà.


125esima Strada: Tra gli artisti che ti hanno influenzato di più menzioni Tom Petty, Bob Seger, John Mellencamp e Joe Cocker che sono molto diversi tra loro. Come lo spieghi?

Chris Weaver: La cosa divertente è che quando guardi il periodo in cui sono usciti questi musicisti scopri che più o meno è lo stesso. Credo davvero che non vedremo più un periodo come quello nelle nostre vite. Voglio dire che Bob viveva con Don Henley mentre Glenn Frey viveva nello stesso complesso di Jackson Brown e Linda Ronstadt scriveva con Tom Petty che pregava di cantare negli Eagles. La mia maggiore influenza è quella dei Beatles che è anche più comico per il fatto che lo sono stati anche per Joe Cocker.


125esima Strada: Sei nato in West Virginia che di norma non è legata al southern rock. Da dove è nata quindi la tua passione?

Chris Weaver: La West Virginia si identifica con il sud tanto quanto il nord, se non di più. Essere cresciuto vicino a Morgantown è stato grandioso per questo motivo perché hai tante influenze dal rock degli stati del nord quante dal country e dal rock del sud.


125esima Strada: Uno dei vostri video più sorprendenti è Standing In Line. Come vi è venuta di suonare vicino a degli aerei?

Chris Weaver: Quella in realtà è stata un’idea del gruppo a cui abbiamo fatto realizzare il video, era un luogo che volevano usare da tempo e pensarono che sarebbe stato adatto per la canzone. Le miccette furono la parte più difficile della giornata considerando che c'erano 38 gradi.


125esima Strada: Quali sono secondo te le principali differenze tra il tuo primo e il secondo album, per quanto riguarda la musica?

Chris Weaver: La principale differenza è che il primo disco è fatto di canzoni che ho scritto quando era giovane e quando poi mi sono trasferito a Nashville le ho riscritte con dei bravi autori, principalmente Harley Allen. Standing In Line fu realizzato a mie spese e non ha avuto i benefici del secondo, ma per certi verso credo che questo lo renda più bello. American Dreamer ha avuto il grande produttore, lo studio e i musicisti e si vede. Il suono era bellissimo da sentire mentre lo registravamo e davvero abbiamo avuto a disposizione tutto ciò di cui avevamo bisogno. Era davvero un piacere incontrare e vedere lavorare i migliori tecnici di studio e vedere come riuscivano a fare le cose in modo così rapido.


125esima Strada: Oltre a quelli di cui abbiamo già parlato chi sono i tuoi musicisti preferiti di ogni tempo?

Chris Weaver: Sono i Beatles. Sono stati la prima influenza e mi piaceva tantissimo tutto di loro dalla musica ai film all'oggettistica. Ho molto apprezzato come si sono evoluti come gruppo e allo stesso tempo hanno cambiato il panorama musicale in così poco tempo. Mi stupisce come nella storia, se guardi indietro, vedi le star che hanno dovuto mettersi in fila per far succedere certe cose, quello è stato sicuramente uno dei periodi per il quale devi ringraziare per ciò che hanno fatto, per me almeno.


125esima Strada: Chi sono i tuoi musicisti preferiti della scena attuale?

Chris Weaver: Un tempo dicevo che non conoscevo in dettaglio nulla che fosse avvenuto dopo l’82, ripensandoci non penso sia del tutto vero. Quando sono arrivati gli anni 90 sono diventato un gran fan dei Counting Crows e questo mi ha portato ai Toad e ai Cherry Blossoms e ai gruppi simili. Non ho colto quanto questa musica mi abbia influenzato fin a quando ho iniziato a sentire i miei dischi dopo che li avevo registrati. Non posso dire di essere un gran fan di molti artisti nel mondo di oggi. Mi piacciono Bruno Mars, Taylor Swiftt e John Mayer perché (almeno secondo me) non fanno album basati solo sui singoli, in realtà è difficile apprezzare qualcuno quando la maggior parte fa solo una o due canzoni.

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