mercoledì 7 settembre 2016

Da dove nasce il termine heavy metal?

L'heavy metal è uno dei generi musicali più importanti al mondo e dagli anni 70 è tra quelli che ci hanno regalato alcuni dei più importanti capolavori musicali di ogni tempo. Ciò che però è poco noto è come sia nato l'uso di questo termine per descrivere un genere musicale.

Il primo utilizzo del termine heavy metal al di fuori del contesto chimico si trova nella trilogia di romanzi dello scrittore americano William Burroughs nota come The Nova Trilogy (pubblicata tra il 1961 e il 1968) e composta dai libri The Soft Machine (tradotto in italiano come La Macchina Morbida), The Ticket That Exploded (Il Biglietto che Esplose) e Nova Express (pubblicato in italiano con lo stesso titolo) in cui compare il personaggio di Uranian Willy the Heavy Metal Kid (chiamato in italiano L'Uraniano Willy il ragazzo del Metallo Pesante). Nei tre romanzi sono presenti anche gli heavy metal boys e si parla di heavy metal addict e heavy metal peril. Come è abbastanza evidente, però, il termine non ha alcun legame con la musica e al contrario vuole designare la dipendenza da droghe, di cui soffriva lo stesso Burroughs.

Il primo uso del termine heavy metal in campo musicale risale al brano Born to be Wild tratto dal primo ed eponimo album degli Steppenwolf uscito nel 1968 che recita all'inizio della seconda strofa I like smoke and lightning, heavy metal thunder, ma di nuovo non descrive un genere musicale, piuttosto potrebbe essere ispirato a quanto scritto nella trilogia di Burroughs.

Secondo una popolare leggenda metropolitana l'espressione heavy metal riferita a un ramo del rock particolarmente energico risalirebbe a una recensione del New York Times di un album di Jimi Hendrix in cui il recensore avrebbe scritto sounds like heavy metal falling from the sky. La leggenda nasce da quanto dichiarato da Chas Chandler nella quinta puntata, intitolata Crossroads (minuto 50, immagine accanto), della serie di documentari della PBS Rock & Roll del 1995 che menziona appunto il presunto articolo del New York Times. Per quanto la similitudine con del metallo che cade dal cielo sia affascinante, basta cercare nell'archivio del New York Times per verificare che tale testo non esiste, come confermato anche da altri ricercatori che si sono avventurati senza successo in questa ricerca; l'articolo più vecchio in cui compaiono le parole Jimi Hendrix ed heavy metal risale al 1975 e parla di come la musica rock stesse perdendo la propria parte danzante in favore di suoni più duri o più seri.

Secondo un'altra teoria l'inventore del termine sarebbe lo scrittore Lester Bangs che nella sua carriera ha scritto sia per Creem sia per Rolling Stone; vengono citati come testi nei quali l'avrebbe usato un suo articolo sui Black Sabbath o una sua recensione di Kick Out The Jams degli MC5, ma né il primo (disponibile solo su Archive.org, prima parte e seconda parte) né il secondo contengono l'espressione heavy metal. Altre fonti riportano invece che il primo scrittore ad utilizzare questo termine fu Sandy Pearlman nel descrivere la canzone Artificial Energy all'interno della recensione dell'album The Notorious Byrd Brothers dei Byrds, ma l'articolo di Pearlman in questione, pubblicato sul numero di maggio del 1968 della rivista Crawdaddy! (disponibile a questo indirizzo, pagina 2 della rivista) non contiene il termine heavy metal.

Secondo quanto riportato da Wikipedia, nel maggio del 1968 Barry Gifford usò il termine heavy metal nel recensire l'album A Long Time Comin' degli Electric Flag su Rolling Stone, la frase dell'autore fu Nobody who's been listening to Mike Bloomfield—either talking or playing—in the last few years could have expected this. This is the new soul music, the synthesis of white blues and heavy metal rock. Premesso che non siamo riusciti a verificare questa informazione perché l'articolo è irreperibile in rete, gli Electric Flag sono comunque un gruppo di musica soul e quindi questo uso del temine heavy metal (se confermato) non può essere considerato il primo che descriva ciò che poi è diventato l'heavy metal che oggi conosciamo. Che le intenzioni di Gifford fossero diverse è stato confermato dallo stesso autore secondo quanto riportato dal libro Louder Than Hell di Jon Wiederhorn e Katherine Turman, Gifford commentò infatti il suo stesso neoconio dicendo I was just describing the sound of the band, who, of course, bore no resemblance to what later became popularly known as heavy metal.

Nel gennaio del 1970, Lucian Truscott usò il termine heavy in una recensione dell'album Led Zeppelin II per definire la musica del gruppo di Robert Plant e Jimmy Page se confrontata con quella dei Blue Cheer o dei Vanilla Fudge. Tuttavia, di nuovo non si parla di heavy metal.

In realtà il primo autore ad usare il termine heavy metal per descrivere un genere di musica rock ricco di distorsioni e di suoni sostenuti (anche se non in termini del tutto positivi) fu Mike Saunders sulle pagine di Rolling Stone. Lo usò una prima volta nel recensire il disco As Safe as Yesterday Is degli Humble Pie nel novembre del 1970 scrivendo nel proprio articolo Here they were a noisy, unmelodic, heavy metal-leaden shit-rock band, with the loud and noisy parts beyond doubt. Un'immagine dell'articolo originale è mostrato dal documentario Heavy: The Story of Metal del 2006 (minuto 12, immagine accanto), il testo integrale è disponibile anche su Archive.org. In seguito ancora Saunders usò di nuovo il termine heavy metal nella sua recensione dell'album Kingdom Come dei Sir Lord Baltimore sul numero di maggio del 1971 di Creem nella quale scrisse Sir Lord Baltimore seems to have down pat most all the best heavy metal tricks in the book. Saunders spiegò anche alla scrittrice Deena Weinstein come l'idea gli venne, inventandola di sana pianta e non attingendo da Burroughs né dagli Steppenwolf.

Nessuno di noi attualmente definirebbe i Sir Lord Baltimore o gli Humble Pie come heavy metal, ma oggi siamo tutti profondamente debitori a Mike Saunders per aver coniato un'espressione entrata nel lessico mondiale e molto probabilmente l'autore non era cosciente che prendendo in prestito un termine dalla chimica avrebbe creato un'espressione destinata a durare in eterno e a condizionare la musica e il linguaggio.

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